martedì 22 luglio 2014

La cucina di montagna



Oggi vi presento un libro molto interessante: "La cucina di montagna" di Francesca Negri edito da Ponte alle Grazie. La cucina di montagna e' anche un attualissimo esempio da conoscere e imitare per la sua semplicita' e sostenibilita'. Prima di tutto pero', come spiega Francesca Negri, bisogna sfatare i luoghi comuni che la bollano come monocorde ed essenzialmente grassa.




A dimostrazione della propria tesi, in un trekking d’alta quota dalla Valle d’Aosta alla Calabria e alle Isole, l’autrice ha selezionato 315 ricette tra cui spiccano famosi classici e vere e proprie chicche, riunendo per la prima volta in un solo volume il più ampio ed esaustivo repertorio della cucina di montagna italiana. Un patrimonio trasmesso perlopiù per discendenza familiare, sempre caratterizzato dall’esaltazione dei sapori e degli ingredienti del territorio ma anche sorprendentemente ricco di sfumature: perché la cucina di montagna è anche cultura di confine, portatrice di influssi provenienti da altri Paesi e civiltà.



Raccontandone origini e storia, questo libro ci porta alla scoperta delle minoranze linguistiche – dai Walser ai Cimbri, dai Mòcheni ai Sappadini, alle popolazioni germanofone dell’Alto Adige e del Friuli – e delle loro tradizioni a tavola, che tanto hanno influenzato il patrimonio enogastronomico tradizionale italiano. 



Alcune "gustose" curiosita': in montagna, e soprattutto nel periodo dell’alpeggio, erano molto apprezzati i fiori del trifoglio alpino, carnosi e dolci, ottimi passati in pastella e fritti, deliziosi se aggiunti a fine cottura nelle minestre di erbe miste oppure in quelle di riso e latte. Riso, latte e patate erano gli ingredienti base della minestra con la viola del pensiero: un pugno di petali aggiunti all’ultimo momento trasforma un’ordinaria ricetta in un piatto ricco di eleganti sfumature. Le fragili corolle dei fiori di primula, i capolini delle margheritine o i cerulei fiori della borragine facevano invece parte degli ingredienti tradizionali delle frittate d’erbe e delle tenere insalate primaverili. 









giovedì 10 luglio 2014

E' chimica e non magia




La chimica e la fisica sono discipline scientifiche che ci permettono di conoscere la materia e le sue trasformazioni e la cucina rappresenta l’arte di trasformare gli alimenti. Anche il semplice taglio della verdura può indurre reazioni chimiche. La cottura è un fenomeno chimico poiché cambiano il colore, la consistenza, l’odore e il sapore. La maionese è un fenomeno fisico, l’emulsione: le molecole d’olio e d’acqua, inizialmente separate, si riorganizzano in una dispersione di gocce d’olio e d’acqua legate dalle proteine dell’uovo. 

 

Da sempre la scienza e' entrata in cucina, attraverso la trasformazione e la manipolazione dei cibi. La cottura e' un fenomeno fisico e l'abbinamento dei prodotti mira a ottenere un sapore che deve, chimicamente, stimolare le nostre famose papille gustative.  



Un esempio pratico? Chi non e' ammattito in cucina dietro ad un souffle'? Ebbene, non e' l'aria a gonfiare il souffle' bensi' l'evaporazione dell'acqua contenuta nel latte o nelle uova dell'impasto. Non solo. Quanto puo' gonfiarsi un souffle'? Un modello termodinamico spiega che la temperatura del souffle' e' circa pari a quella del forno sulla crosta e sul fondo dello stampo, diminuendo al centro.






Pero'..meno male che non serve saperne di scienza e chimica per cucinare bene, si puo' farlo anche da...analfabeti! :-)