martedì 24 aprile 2012

Manifesto della cucina futurista



Il Manifesto della Cucina Futurista, scritto da Filippo Tommaso Marinetti  e Fillia è una raccolta di pensieri, e intenzioni dei Futuristi riguardanti cucina e gastronomia. Oltre all'eliminazione della pastasciutta, il Manifesto predica l'abolizione della forchetta e del coltello, dei condimenti tradizionali, del peso e del volume degli alimenti e auspica la creazione di «bocconi simultaneisti e cangianti», invita i chimici ad inventare nuovi sapori e incoraggia l'accostamento ai piatti di musiche, poesia e profumi.
L'idea di un Manifesto simile prende le mosse da una cena di Marinetti al ristorante milanese Penna d'oca, avvenuta il 15 novembre 1930. Al termine, il fondatore del futurismo preannuncia il Manifesto della cucina futurista, che sarà pubblicato su «Comoedia» il 20 gennaio del 1931.

Nel Manifesto è scritto ...Pur riconoscendo che uomini nutriti male o grossolanamente hanno realizzato cose grandi nel passato, noi affermiamo questa verità: si pensa si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia...

Il cibo deve contraddistinguere il popolo che ne usufruisce: la cucina futurista deve impedire che l'Italiano diventi cubico massiccio.. Secondo il Manifesto, è necessaria l'abolizione della pastasciutta, assurda religione gastronomica italiana.. l'abolizione della pastasciutta liberera' l'Italia dal costoso grano
straniero e favorira' l'industria italiana del riso..

A rileggere oggi il manifesto gastronomico futurista, si intuisce che alcuni dei suggerimenti di Marinetti hanno trovato applicazione: esempi ne sono l’integrazione dei cibi con additivi e conservanti, o l’adozione in cucina di strumenti tecnologici per tritare, polverizzare ed emulsionare. Le ricette che apparivano allora rivoluzionarie furono, in alcuni casi, un’anticipazione della Nouvelle cuisine all’italiana tra gli anni '60 e '70: essa infatti riserva alla presentazione del cibo un’attenzione particolare nell’amore per il dettaglio, nella raffinatezza della composizione, del colore e della forma delle pietanze, esattamente come la cucina futurista.

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