sabato 24 maggio 2014

La cucina povera di Napoli



Tante sono le ricette tipiche della "Cucina Povera Napoletana", arricchite da particolari inediti e curiosi. Oggi vi propongo queste:

Pasta e fagioli “ Munnezzaglia” 
   Si pongono i fagioli cannellini, che saranno stati gia molte ore a bagno, per ammorbidirsi, in molta acqua, con aglio, del sedano a pezzi, del prezzemolo, de sale, dei pomodorini tagliati. A mezza cottura si versa aggiunge la pasta “Munnezzaglia” (la plebe napoletana usa questo tipo di pasta che e composta da frammenti di differenti qualità di pasta e perciò più economica). Si condisce con una certa quantità di olio. Ne viene fuori una minestra densa. Si aggiunge pepe nero macinato, e, nel piatto un po’ d’olio crudo. I vecchi popolani d una volta, solevano mangiare questa minestra non con il cucchiaio ma usando al posto di questa posata delle sfoglie di grosse cipolle secche che venivano, ovviamente, sgranocchiate insieme al loro contenuto

Pizze ogge a otto 
   Pizze fritte dette in questo modo, perchè il meno abbiente popolo napoletano di un tempo, le pagava otto giorni dopo averla mangiate. Un modesto piatto a credito di gente di un tempo semplice e felice.

Insalata di rinforzo
  Ricetta tipica, un piatto che si prepara la Vigilia di Natale a base di cavolo, pappaccella (un tipo di peperone dolce), olive e sottaceti, alici e scarola riccia , il tutto condito con olio, aceto e sale. Il nome deriva dal fatto che quest'insalata serviva di rinforzo a una cena povera allestita per le feste.

La Minestra Mmaritata
   Questa minestra era il classico « pignatto grasso » o minestra maritata. Fu una delle tipiche pietanze dei nopoletani che la mangiavano quasi quotidianamente, tanto da fargli meritare l’appellativo di “mangiafoglie“, in seguito sostituito da « mangiamaccheroni ». Quasi certamente essa e una derivazione dell’« olia podrida » spagnuola, uno minestra composta appunto da varie qualità di carni. La pietanza fu apprezzata e lodata fin dal ’500 da G. B. del Tufo; V. Corrado, nel « Cuoco Galante » la chiama « potaggio di broccoli », Ippolito Cavalcanti la riporta tra le sue ricette semplificando la preparazione. Comunque essa resta ancora uno tra i piatti prediletti dei nostalgici buon gustai della tradizionale cucina partenopea. Perchè maritata? si chiederà il nostro lettore. Proprio per un salsicciotto « sauciccione » messo per intero tra le altre carni con le quali si maritava...

sabato 17 maggio 2014

Napoli e la pizza



La cucina napoletana ha radici storiche che risalgono al periodo greco-romano, e si è arricchita nei secoli con l'influsso delle differenti culture che si sono susseguite durante le varie dominazioni della città. La cucina di Napoli ha acquisito anche gran parte delle tradizioni culinarie dell'intera Campania, raggiungendo un giusto equilibrio tra piatti di terra (pasta, verdure, latticini) e piatti di mare (pesce, crostacei, molluschi). A seguito delle varie dominazioni, principalmente quella francese e quella spagnola, si è delineata la separazione tra una cucina aristocratica ed una popolare. La prima, caratterizzata da piatti elaborati e di ispirazione internazionale, come i timballi o il sartù di riso, mentre la seconda legata ad ingredienti della terra: cereali, legumi, verdure, come la popolare pasta e fagioli
                                                                                                                                                       
  
Ma la regina della cucina napoletana rimane sempre la pizza e della pizza si parla nel libro di Tommaso Esposito: "'A pizza, viaggio nella canzone napoletana" in cui viene fuori l'accurata ricerca che l'autore ha effettuato girando per l'italia documentandosi tra pubblicazioni e libri. Tra i numerosi pezzi dedicati all'argomento pizza , il piu' antico risale al 1500.Non mancano episodi inediti e testimonianze storiche come quella di Pietro Colicchio, pizzaiolo fornitore di Palazzo Reale nel 1800, ai tempi del Regno delle due Sicilie, dell'omaggio a Sophia Loren, pizzaiola nel film "L'oro di Napoli",di varie edizioni di Piedigrotta e a di tanti altri eventi con la pizza come protagonista.
                                                                                                                                                      

 


     





lunedì 5 maggio 2014

Foto e cucina






Il Guardian ha premiato "Le piu' belle foto di cibo di tutto il mondo". Dalla preparazione dei noodle al pollo arrosto e a tanto altro insieme a scatti che immortalano  scene di sporcizia e degrado. In giuria gli chef Angela Hartnett e Yotam Ottolenghi, i fotografi Martin Parr e David Loftus, lo scrittore Jay Rayner.

La vincitrice e' Tessa Bunney che ha ottenuto il tirolo di "Pink Lady food photographer" dell'anno. Tra gli italiani, Sandro Maddalena per la foto di una porcilaia egiziana.

Ecco la foto di Tessa Bunney, una donna che prepara i noodle nella Repubblica Popolare del Laos:



Sempre a proposito di cibo e fotografia, Jessica Dance e il fotografo David Sykes hanno realizzato dei piatti "a maglia", lanciando una nuova moda su internet. Ecco qua due esempi delle loro creazioni:




Jessica Dance e il fotografo David Sykes hanno realizzato dei piatti realizzati a maglia e lanciano una nuova moda in rete. Qui le loro creazioni

Uhm....e dopo il cibo fatto a maglia si rischia di mangiare ...

Carta..





Penne..



e pure portachiavi!!



Nooooo.....